La Fiera delle Utopie Concrete non è la fiera dei sogni, tanto meno dei sogni di denari e potenza, ma tra le Utopie ce n'è una che appare più realistica di altre: che la ricerca di ricchezza, di benessere, di felicità debba indirizzarsi altrove per non spingere alla rapida svendita e al degrado dell’intero pianeta.
Alexander Langer 1993
Quando è nata e chi l'ha promossa
La Fiera delle Utopie Concrete ha mosso i suoi primi passi nel 1987 quando l'amministrazione comunale di Città di Castello, guidata allora dal sindaco Giuseppe Pannacci, ha avviato i primi contatti con la cultura verde europea con l'intenzione di mettere a punto una iniziativa in grado di dare un contributo ai più diversi livelli - da quello locale a quello internazionale - nell'affrontare i problemi posti dalla "emergenza ambiente". Nel corso di questi incontri si costituì, coordinato da Alexander Langer, il "Comitato consultivo europeo" che, in stretto rapporto con l'amministrazione comunale, e altre realtà e istituzioni locali, ha poi elaborato e realizzato il programma della Fiera nelle sue diverse edizioni.
Questo concorso di istituzioni pubbliche e di cittadini associati per l'occasione, nell'invenzione e nella realizzazione della Fiera è un primo tratto originale di questa iniziativa.
L'idea guida e cosa si propone
Le idee guide della Fiera sono la conversione ecologica e la cultura di convivenza. Sebbene infatti sia ancora necessario anche un lavoro di denuncia degli attuali modelli di produzione e di vita, risulta evidente che occorre mettere al centro della riflessione, e soprattutto dell'agire pratico, i percorsi concreti che possano far diventare ecologicamente e socialmente sostenibili nella "mutua tolleranza, conoscenza e frequentazione" i modi di produrre, di consumare, di organizzare la vita quotidiana. Di vivere, in una parola. Le "utopie concrete" che sono state e sono protagoniste della Fiera non sempre erano già strade ben delineate, anzi, per lo più si trattava, e tuttora si tratta, di "sentieri", di tendenze, di cui però la nostra società è gravida. La natura stessa della ricerca delle vie per la conversione ecologica e per l’arte della convivenza rende impossibile - e nemmeno auspicabile - il tentativo di ridurre tutto a concetti generali ordinati in una forma chiusa e definitiva. Per questo la Fiera si è proposta, e continua a proporsi, come occasione di incontro e di confronto fra esperienze e progetti per la conversione ecologica.
I protagonisti e i destinatari
Se si rimane fuori delle logiche dello scontro politico-partitico o di "corporazione" - come la Fiera ha sempre fatto - occorre riconoscere che nessuno può essere considerato - e tantomeno considerarsi - depositario esclusivo delle soluzioni possibili per una società ecologica e pacifica Anche se diverse sono le responsabilità della situazione in cui versa l'ambiente e diversa è la disponibilità a cambiare che si manifesta nelle varie parti della società , non si può tracciare a priori una linea di demarcazione netta e generale fra chi può e vuole dare un contributo alla conversione ecologica e a una cultura di convivenza e chi no.
Per questo la Fiera si propone come luogo di incontro di esperienze e progetti provenienti dai "luoghi" più diversi: amministrazioni pubbliche, imprese pubbliche e private, mondo scientifico, scuola, movimento ecologista, associazioni non governative, forze sociali e singoli individui. La Fiera propone alle "persone di buona volontà ecologica" di queste diverse parti della società di incontrarsi senza pregiudizi e senza pregiudiziali per mettere a confronto grandi e piccole esperienze sulla via della conversione ecologica e della convivenza.
In questo senso non c'è , nella Fiera, una distinzione rigida fra protagonisti e destinatari, né una comunicazione unidirezionale, bensì un intreccio continuo in cui amministratori, imprenditori, scienziati, insegnanti e studenti, militanti ecologisti e cittadini, possono ritrovare il gusto di dire e di ascoltare, di insegnare e di imparare "gratuitamente": senza che ci sia in palio nulla da vincere o da perdere, bensì solo da capire per fare.
La struttura del programma
Volendo essere una grande occasione di incontro e di confronto fra "persone di buona volontà ecologica", il programma della Fiera ha cercato con diverse fortune di rappresentare la molteplicità degli approcci e di salvaguardarli, anche a costo dell'incompletezza e di una apparente mancanza di organicità. A questo scopo si è rivelata utile la ripartizione del programma in diverse "sezioni":
L'esposizione
Aziende, amministrazioni pubbliche, mondo della ricerca, associazioni, gruppi di persone e singoli hanno presentato fatti e esperienze, idee e progetti che lasciavano intravedere itinerari per la conversione ecologica della società, presentati in una forma comprensibile per un pubblico non specializzato, ma di indubbio interesse anche per gli "addetti ai lavori": installazioni, esperimenti da guardare, manufatti, progetti da studiare, nuove soluzioni tecniche da conoscere, giochi per divertirsi, immagini da ricordare, prodotti da comprare.
L'esposizione si compone in genere di due parti: una organizzata e allestita direttamente dall'organizzazione della Fiera, l'altra allestita, in spazi messi appositamente a disposizione da aziende, enti, associazioni per la presentazione delle loro proposte.
Le parole
Appuntamenti in forma di conferenze, seminari, tavole rotonde in cui più che alla denuncia dei guasti si cerca di dare spazio alla ricognizione delle possibili alternative, da quelle che riguardano il comportamento dei singoli e delle comunità più piccole, a quelli che comportano svolte profonde della società nella direzione di modi di produrre, di consumare e di vivere più rispettosi degli altri e meno distruttivi dell’ambiente
Premio Alexander Langer
Ogni anno dal 1997 il Comitato Scientifico e di Garanzia della Fondazione Alexander Langer assegna il Premio Alexander Langer. Dotato di € 10.000 il premio viene destinato a delle persone che si impegnano per l’ambiente, i diritti umani e la convivenza. Il destinatario riceve il premio nel luglio di ogni anno a Bolzano nell’ambito del Festival Mediterraneo ed è al centro di una cerimonia d'onore nella domenica mattina di conclusione della Fiera delle Utopie Concrete.
I laboratori
Nelle prime edizioni erano rivolti solo agli insegnanti e alle persone interessate alla educazione ambientale. Non si tratta di conferenze o lezioni, ma di veri laboratori in cui al momento operativo e manipolativo segue la messa in comune delle esperienze e la loro collettiva rielaborazione teorica. Questa esperienza (svolta con la collaborazione del Movimento Cooperazione Educativa) è poi continuata con successo e si è estesa, anche se in forma diversa, ad altri campi con incontri sui materiali per l’edilizia ecologica, sugli eco-istituti e sulle esperienze di refezione collettiva con prodotti biologici ecc. Si tratta di incontri per i quali viene organizzato "l’ascolto" rivolgendosi alle persone particolarmente interessate e che non hanno la forma tradizionale del convegno. Rispetto a questi ultimi prevedano una presenza più limitata numericamente, ma più ricca e con maggiori possibilità di approfondimento.
Le scoperte
La sezione del programma più aperta alla sperimentazione e alla invenzione creativa, per trovare o ritrovare un contatto diretto con quel che resta della natura: una azione teatrale lungo un corso d'acqua o dentro una grotta; una visita guidata ai luoghi dei culti delle acque; una azione collettiva attorno ai fuochi; l'osservazione e la rappresentazione quotidiana dei percorsi del sole, una visita guidata del centro storico ecc.
THIASOS - Progetto Teatro e Natura. L'esperienza più significativa che si è svolta nell'ambito delle scoperte è senza dubbio legata all'attività del gruppo Teatro e Natura che proprio nell'ambito della Fiera ha dato inizio alla sua attività.
Incontri in Fiera
Per le sue caratteristiche il programma ufficiale della Fiera è solo una parte, quella che i promotori possono prevedere e organizzare direttamente. E', appunto, l'occasione dell'incontro, e tanto più è di per sé interessante, piacevole e a suo modo utile, tanto più sarà occasione e luogo di altri incontri e di altri scambi. E' successo così che alcune realtà organizzate hanno scelto la Fiera come appuntamento qualificante all'interno del quale promuovere le loro iniziative. Questi incontri erano pienamente autogestiti dai loro promotori e la Fiera è ben lieta anche quest'anno di mettere a disposizione i locali e le attrezzature necessarie.
Mandate, dunque, le vostre proposte.
Il Comitato consultivo europeo
LA PROGETTAZIONE del primo ciclo della Fiera e l'elaborazione dei vari programmi è stata curata dal Comitato consultivo europeo coordinato da Alexander Langer, di cui facevano parte: Mario Agostinelli, Ingrid Baske, Agnes Bertrand, Willy Bierter, Paul Blau, Peter Bunyard, Giovanni Damiani, Fulvia Fazio, Grazia Francescato, Hans Glauber, Peter Kammerer, Franco Lorenzoni, Giuliana Martirani, Giovanna Melandri, Cesare Moreno, Günter Nenning, Marc Nerfin, Antonio Perna, Hubert Pozarnik, Giannozzo Pucci, Ermete Realacci, Wolfgang Ruddenklau, Ignacy Sachs, Wolfgang Sachs, Lothar Schubert, Rosalba Sbalchiero, Karl-Ludwig Schibel, Lothar Schubert, Hans Simon, Jutta Steigerwald, Arno Teutsch, Franco Travaglini, Janos Vargha, Guido Viale, Cristine von Weizsaecker, Silvia Zamboni, Herman Zampariolo.