L'Udito e l'Ascolto
Dopo un primo ciclo sui quattro elementi classici la Fiera parte quest'anno con un ciclo sui cinque sensi umani.
Il movimento ambientale moderno ha segnalato dai primi anni sessanta una resurrezione degli elementi, non come entità scientifiche o immagini mitologiche ma riferito al proprio benessere, all'esperienza corporea dell'aria che respiriamo, della terra sulla quale mettiamo piede e in cui crescono i nostri cibi, dell'acqua che beviamo e in cui facciamo il bagno - di un ambiente che non faccia male ed insulti i nostri sensi ma che sia un'ambiente sano e bello. Con i sensi cambiamo prospettiva per concentrarci sulle "finestre" di ognuno di noi sul mondo e l'edizione 1997 sarà dedicato all'udito e l'ascolto. Vogliamo interrogarci negli prossimi anni su un uso competente dei sensi per trovare delle risposte valide che ci incoraggino ad agire, come dicevamo nei prime anni di questa esperienza "con buona volontà ecologica". In questo senso estendiamo di nuovo un invito a tutti di venire alla Fiera delle Utopie 1997 per sentire, per ascoltare, per contribuire alla crescita di una società e una cultura ecologica.
L'elemento di continuità nella Fiera di quest'anno è l'integrazione di discorsi politici e tecnici con discorsi culturali ed estetici. Più che altro vogliamo rompere false certezze e provocare curiosità ed interesse per i molti modi in cui interagiscono il mondo tecnico con la percezione dell'individuo ed i suoi rapporti sociali. Elemento nuovo è il nesso stretto nel programma fra conversione ecologica e convivenza. In questa prospettiva svilupperemo con altri il pensiero di Alex Langer che la pace con la natura sarà solo possibile quando ci sarà anche pace fra gli uomini. Il conferimento del primo premio Alexander Langer a conclusione della Fiera 1997 dà un profondo senso simbolico a quest'impegno della nostra iniziativa di sviluppare in modo innovativo e creativo l'arte difficile della convivenza.
Elemento nuovo a livello istituzionale è la nascita della Agenzia Fiera delle Utopie Concrete. La realizzazione della Fiera, fin'ora organizzata dal Comune di Città di Castello, sarà il compito più importante di questa nuova istituzione di cui lo stesso Comune, la Regione Umbria e la Provincia di Perugia sono i soci fondatori. Ogni ente ha mandato un rappresentante nel consiglio di amministrazione e sono stati nominati: Andrea Vezzini (presidente, Provincia di Perugia), Simonetta Nanni (vicepresidente, Regione dell'Umbria), Lorenzo Colacicchi (Comune di Città di Castello), più Francesco Paparatti (rappresentante associazioni ambientali). L'Agenzia è affiancata per l'elaborazione e la realizzazione del Programma dalla Associazione Fiera delle Utopie Concrete che ha in Peter Kammerer il proprio rappresentante nel Consiglio di amministrazione. La costituzione dell'Agenzia permetterà il ritorno a una cadenza annuale della Fiera e il rafforzamento delle attività durante l'anno. Un contatto più approfondito e stabile con gli amici della Fiera, che riprendiamo con questo giornale, sarà per questo prioritario. Vi ringraziamo fin d'ora per le vostre proposte, suggerimenti, e contributi.
Karl-Ludwig Schibel, Coordinatore della Fiera
Gli orizzonti dei sensi
intervista con Ivan Illich
Si apre un nuovo ciclo della Fiera sul tema "quali sensi per la conversione ecologica e la convivenza". Ne parliamo con Ivan Illich che a Città di Castello terrà un seminario dal titolo "Percezione e comprensione", il 16 e il 17 ottobre.
La Fiera delle Utopie Concrete, alla quale lei ha già partecipato nel 1988, durante il ciclo sui quattro elementi, inizia quest'anno quello dedicato ai cinque sensi. Che cosa le viene in mente di fronte all'associazione conversione ecologica-sensi, convivenza umana-sensi?
A Città di Castello voi amici di Alex Langer da dieci anni siete alla ricerca di Utopie concrete. E di nuovo dimostrate il coraggio del Don Chisciotte per la stravaganza erudita di un'avventura epistemica al di fuori delle topologie dominanti. Con i vostri arzigogoli sugli elementi e adesso con il vostro tentativo di una archeologia dei sensi vi siete imbarcati in un'impresa rischiosa, che fa apparire questa Fiera come una versione aggiornata della nave dei matti. Perché con la vostra insistenza sulla materia vissuta e sul corpo sofferto il vostro atteggiamento si fonda su un topos che non si lascia (topologicamente) ridurre alla teoria dei sistemi; cioè a uno spazio mentale della teoria dei sistemi nel quale, come ha detto Wolfgang Sachs, gli economisti mistici litigano con gli ecologisti cinici. Sono stato ospite di Alex Langer a Firenze alla Cena di Natale nel 1994 e non posso essere più stringato con la mia risposta a questa domanda di quanto fu Alex con me: chi si decide ad andare in questa direzione e lo fa a ogni prezzo è già uscito dal discorso dominante.
In un'atmosfera dominata da rappresentanti e difensori auto-compiacenti del sistema mondiale, avete avuto il coraggio di trattare l'“H” non come elemento idrogeno ma come sostanza acqua che fa parte della nostra vita e della nostra esperienza. Non la materia prima da cui produciamo beni, ma la terra sulla quale mettiamo piede e le terre che si cristallizzano nel nostro interno. Non il combustibile, ma l'elemento delle salamandre, che brucia anche dentro di noi. Non l'azoto e lo smog, ma gli spiriti con i quali tessiamo anche le nostre amicizie. La scomparsa della materia di cui si può fare un'esperienza diretta va di pari passo con la scomparsa dei sensi. Se qualcuno alla domanda "come ti senti" mi risponde con la pressione sanguigna e il livello ormonale, vorrei vomitare.
Lei è d'accordo con l'affermazione di Walter Benjamin che in grandi periodi storici cambiano modi e forme di percezione sensoriale? Se questo fosse così, come descriverebbe i cambiamenti della percezione sensoriale nella nostra epoca?
Non possono esserci dubbi sulla storicità della nostra percezione sensoriale. In modo diverso sono state percepite cose diverse in una collaborazione diversa dei diversi sensi (sinestesia). Cambiava il numero dei sensi che veniva elencato. Gli "orizzonti" dei vari sensi come udito, vista, olfatto, gusto, tatto erano molto diversi e in alcune fasi si sovrapponevano. La differenza fra sinistro e destro, su e giù, lontano e vicino aveva significati molti diversi nell'esperienza vissuta. La percezione sensoriale è stata spiegata, rappresentata e commentata in modi diversi. Era diversa la separazione fra i sensi esterni e quelli interni. Ed era in ogni epoca diversa la cura, la salvaguardia e l'educazione dei sensi - l'ascesi dei sensi è un tema centrale delle mie ricerche. Siccome l'arte del soffrire e del godere, l'arte dell'amare e del morire vennero esercitate come virtutes, come capacità e come virtù, allo stesso modo in ogni periodo è esistita un'arte specifica dell'ascoltare, un'arte dello sguardo.
Quindici anni fa Barbara Duden ha posto il problema nella necessità di affrontare in modo critico e sistematico la storia del corpo vissuto. Da allora la letteratura su questo tema sembra essere cresciuta in modo immenso. Però nel circolo rilassato, ma per questo tanto più impegnato, di amici in cui ci siamo occupati della storia dei sensi come parte della storia del corpo, una cosa è emersa chiaramente: per quanto siano ricche e utili le nuove ricerche sulla storia dei sensi, trattano solo en passant le due domande che ci interessano di più:
- da un lato la differenza fra il discorso erudito e la percezione dell'altro, dello spazio, e del tempo, a seconda del sesso e dello gruppo sociale di appartenenza;
- dall'altro lato la formazione dello sguardo e dell'udito o della autocepzione, come capacità acquisite che poi costituiscono la base del rapporto con gli altri, del benessere, della sofferenza o del comportamento.
Vengono quindi trascurati quegli aspetti del passato che ci farebbero conoscere la diversità immensa del presente.
Il paziente moderno si affida con naturalezza al medico, che gli descrive e gli spiega la sua condizione sulla base di numerosi esami. Non conosco nessuno studio di storia della medicina, che faccia presente che si tratta di un comportamento per il quale non esistono precedenti prima dell'ottocento. Prima il paziente andava dal medico per mostrarsi a lui e per far sentire le sue lamentele. Occasionalmente il medico sentiva o degustava la sua urina. Quello che il paziente comunicava al medico era la sua autocepzione. Anche le donne più povere e analfabete potevano confidarsi con il medico con una precisione incredibile. Il compito principale del medico era di interpretare la storia dei dolori del paziente e di dare supporto alla forze naturali di guarigione sulla base delle sue conoscenze delle analogie fra il corpo, le piante e il regno animale. Al paziente di oggi come anche al suo bio-tecnico manca il senso della perdita dell'equilibrio degli umori. La differenza essenziale fra la prassi medicina di allora e di oggi non consiste nell'attrezzatura sonora o nell'elettrocardiagramma, ma nella perdita quasi totale della capacità di hapsis, cioè della percezione sensoriale del proprio stato - e con questo anche la comprensione sensoriale dell'altro, che per il medico Galenico era l'essenza della sua prassi.
É vero che nelle società moderne siamo testimoni di un uso ridotto dei sensi? O vengono usati in modo diverso rispetto ad altre situazioni storiche e sociali? In particolare vengono privilegiati certi sensi rispetto ad altri?
Da una domanda posta così possono facilmente nascere degli equivoci, perché implica un "più" o un "meno" nell'uso degli organi di percezione. A me la domanda si pone in modo diverso. In quale modo? Me l'ha fatto notare.una bambina di nove anni. Insisteva nel dire che nel corso del pomeriggio aveva visto "Jack Kennedy, il presidente Reagan e ET come vedo te". Il vedere evidentemente per lei si era staccato dall'incontro. Non molto tempo dopo ho ricevuto da una studentessa, per Natale, una cartolina postale con un sonogramma sfumato. Voleva "presentarmi" suo figlio al sesto mese di gravidanza. A me venivano i brividi nel fare un viaggio in quel luogo.
Quindi siamo di fronte al fatto che già alla scuola elementare l'occhio non viene più compreso (come ai tempi di Keplero) come camera oscura, ma in analogia alla videocamera; siamo di fronte alla forza con la quale sia Kennedey, sia Reagan, sia ET, sia un embrione diventano materia prima per la fabbricazione di immagini. Ma che le immagini diventino la prova della la realtà non è il fatto decisivo per la nuova qualità dello sguardo.
Quello che caratterizza lo sguardo tipico di oggi, se non sbaglio, è un'inversione. Fino al primo millennio lo sguardo è stato vissuto come un raggio che cade dall'occhio sull'oggetto, per poi mischiarsi (materialmente) sulla sua superficie. Passo per passo quest'atteggiamento è stato rovesciato: l'occhio è divenuto la porta d'ingresso per i raggi del sole che - nelle parole di Keplero - consegnano come i cavalieri della posta, la vista della cosa alla retina. Quello che succede adesso è un'altro rovesciamento, tramite l'occhio il "visore" viene ingaggiato dallo schermo, esso viene trasferito nell'azione sullo schermo. Non parlerei di un "uso ridotto" dell'occhio. L'occhio è stato, per così dire, arruolato al servizio del medium.
E lì arriviamo alla seconda parte della domanda. Sempre di più non vediamo le cose lì, dove sono tangibili, non le vediamo in un modo in cui possano essere toccate. Sempre di più diventa una nostra abitudine prendere sul serio delle voci senza corpo al telefono. Non sta per sparire solo quello che gli antichi chiamavano sin-estesia. Il common sense, il senso comune che rendeva possibile la percezione sensoriale dell'intonazione giusta, del rispetto, della proporzionalità sensata, appartiene talmente a un'epoca passata, che il suo significato nel passato non è stato studiato finora quasi per niente.
Si può immaginare di distinguere dei periodi caratterizzate dall'uso privilegiato di un senso, l'epoca del olfatto, della vista, del tatto, ecc.?
A questo domanda non posso rispondere così. Mi offre però l'occasione di trattare una cosa particolare, che mi auguro sarà al centro del nostro colloquio alla Fiera. É difficile oggi immaginare che cosa succedeva in un teatro greco seicento o cinquecento anni avanti Cristo. Era qualcosa che Platone trovava indecente: le maschere (e coscientemente evito parlare di "attori") non avevano spettatori (theorêtes) ma ascoltatori (akouontes), che si lasciavano trascinare nel ritmo, nel tatto, nelle cadenze, nelle melodie dell'avvenimento presentato senza nessun atteggiamento critico. Erano come immersi, intinti, storditi. Platone ha cercato di promuovere il guardare gli spettacoli. E come ci racconterà sicuramente nel dettaglio Matthias Rieger, Platone voleva che in uno stato ideale certi tipi di melodie fossero vietati del tutto.
Aristotele ha ripreso il tema in una sua opera sull'arte della poesia e ha criticato il suo maestro, Platone. Perché una limitazione al solo guardare secondo lui non coglieva la sostanza della tragedia. La tragedia invece è mimêsis praxeôs, cioé "l'esecuzione coinvolgente in un'azione", una risonanza con qualcosa che l'ascoltatore deve capire in modo aptico (Poetica 1449b24-32). Solo in tal modo l'artista-oratore (sia nel teatro, sia nell'insegnamento) può suscitare nell'ascoltatore in modo "meotico", tramite un coinvolgimento completo (mimesis), l'esperienza di una nascita. Solo in tal modo può promuoveRE il pathei mathos, "l'imparare a soffrire" da quelli che hanno vissuto quella forma di sofferenza.
Aristotele qui sottolinea che la presentazione visiva della sofferenza consapevole, nel caso migliore può servire come "segni" (sêmeia), senza avere grandi effetti sullo stato dello spettatore; che invece l'orazione artistica e la melodia possono modellare il carattere dell'ascoltatore, possono mettergli le ali per partecipare fisicamente.
Quale ruolo può avere l'evoluzione culturale dell'uso dei sensi per la ricerca di sentieri per la conversione ecologica e la convivenza?
A questo punto vorrei ritornare all'inizio della nostra intervista, alla mia ammirazione per quello che avete fatto a Città di Castello. Se l'ho capito bene avete avuto il coraggio di occuparvi nel primo decennio della Fiera della materia vissuta, della materia come esperienza. Avete, più o meno, seguito la richiesta di Aristotele a quelli che insegnano, di portare il visitatore a una partecipazione festosa, viva e intuitiva in modo che arrivino all'esperienza della sofferenza nelle condizioni dell'epoca industriale avanzata .
Avete realizzato una tragedia annuale, che offre ai partecipanti - per la maggior parte persone con un carico pesante di ideologia ecologica - un'opportunità di convertire sé stessi. Non conosco altro sentiero sul quale potrebbe essere portata avanti quella che voi chiamate "conversione ecologica" - lentamente, dal basso, sempre debole e proprio per questo vivo.
© Ivan Illich
Traduzione: Karl-Ludwig Schibel
La Fiera “L’Udito e l’Ascolto”
Cambia il tema, ma la struttura del programma della Fiera resta quella delle sue cinque sezioni tradizionali: le Parole, i Laboratori educativi, l’Esposizione, le Scoperte e le Serate.
Ad aprire ufficialmente la Fiera, giovedì 16 ottobre alle ore 11, al Circolo degli Illuminati, saranno i saluti del sindaco di Città di Castello Adolfo Orsini, del presidente dell'Agenzia Fiera delle Utopie Concrete, Andrea Vezzini, del sottosegretario all’Ambiente Valerio Calzolaio, di Federico Di Bartolo, assessore regionale allo sviluppo economico, di Enzo Santucci, assessore all'ambiente della Provincia di Perugia e dell’europarlamentare Gianni Tamino. Seguiranno le relazioni di Stefano Semenzato, vicepresidente del gruppo Verde al Senato e membro della commissione RAI e del coordinatore della Fiera, Karl-Ludwig Schibel che poi accompagnerà gli ospiti in una visita guidata all'Esposizione.
SUONI DA VEDERE
L'Esposizione resta uno degli elementi caratterizzanti della Fiera, "un oggetto della comunicazione, scientificamente aggiornato e esteticamente accettabile, sul tema dell'ecologia della percezione nei suoi riflessi sociali e ambientali. Al centro saranno l'udito come modalità percettiva che relaziona l'uomo al mondo dei suoni, l'ascolto come atteggiamento ricettivo di suoni e rumori, ma anche dell'altro, quale fondamento di ogni possibile convivenza fra individui differenti". Così la definisce in estrema sintesi Fabio Guindani che anche quest'anno l'ha progettata e la realizzerà in collaborazione con Gian Luigi Novello, Francesco Zuccherini e Mario Scarscelli.
Sono previsti diversi "luoghi", alcuni dei quali fissi, altri mobili. "Il punto di partenza" spiega Guindani "sarà un chiosco esagonale al centro di Piazza Matteotti, che crescerà a nido d'ape ad ogni edizione, da cui si apriranno progressivamente le cinque porte dei sensi che avvieranno al resto dell'esposizione". La sede espositiva principale saranno le Logge Bufalini, recentemente restaurata, che ospiterà diverse sezioni. "Nello spirito della valorizzazione delle risorse locali, sarà lo stesso contenitore, le Logge appunto, a costituire uno dei fondamentali oggetti in mostra tramite una lettura sia in chiave architettonica che acustica". Gli altri spazi fissi disponibili saranno il Palazzo del Podestà e S. Appolinare. I materiali che saranno presentati sono molteplici e della più diversa natura. Un "viaggio all'interno dell'orecchio" che va dalla fisiologia, all'ambiente sonoro intrauterino, alla didattica dell'ascolto. I "suoni della natura" raccolti dalle Scuole di Umbertide, a cura di Franco Pellicano. Due software a cura del Museo Civico di Zoologia di Roma: "Amori bestiali" (voci e suoni di animali, soprattutto nella stagione degli amori; un quiz multimediale dove si tratta di attribuire i suoni uditi ai rispettivi animali"). Alcune esperienze di ricerca etnomusicale; una mostra interattiva di elementari esperienze fisiche per l'indagine del suono. Naturalmente una esposizione che abbia come tema l'udito, l'ascolto e la convivenza non può che avere come filo conduttore "cose da sentire e da ascoltare". "Se ce la faremo da punto di vista organizzativo" spiega Guindani "realizzeremo uno "spazio dell'ascolto" diffuso nella città. Ci piacerebbe piazzare in diversi punti delle pedane sulle quali potrebbero avvicendarsi - in parte in modo organizzato, in parte in modo spontaneo - musicisti, narratori e poeti di strada". Una menzione particolare merita la parte della mostra nella quale saranno presentate "Esperienze e soluzioni delle amministrazioni comunali per l'ambiente e la convivenza", raccolte in collaborazione con l'Istituto Ambiente Italia Sarà presentato la promozione delle energie rinnovabili da parte del Comune di Palermo e dall'agenzia energetica del Comune di Bologna, la ristrutturazione del panificio Pantanella in una collaborazione felice pubblico-privato a Roma come quella delle scuole elementari del Comune di Trento con materiali biologici, le piste ciclabili del Comune di Ferrara e la gestione dei rifiuti a Milano e a Hannover. Si potrebbe continuare, ma tanto basta per dare un'idea di un progetto che, nel momento in cui scriviamo, è ancora in fase di realizzazione. Cosa sarà nella sua concretezza l'Esposizione potrete scoprirlo solo venendola a vedere.
LA SCATOLA NERA
A metà strada fra Esposizione e Scoperte si colloca invece The caravan of meeting realizzato per la Fiera dal designer acustico Axel Rudolph. Rudolph, laureato in psicologia e in economia, è l'inventore delle Black Box Environments che, nei posti più diversi, sono state visitate da più di 700.000 persone. "A Città di Castello" spiega Axel Rudolph "la Black Box sarà una roulotte che girerà per la città facendo una decina di fermate dando occasione ai visitatori di entrare e uscire da uno spazio all'interno del quale la voce è l'unico elemento di incontro dell'altro, sia amico, nemico o persona sconosciuta. La Black Box è infatti uno spazio completamente buio in cui le persone si orientano esclusivamente con l'udito e il tatto. La messa in scena è perfetta e crea un mondo del tutto insolito. Questa situazione inconsueta crea una certa tensione. I suoni più semplici vengono recepiti in modo intenso. La valutazione dell'altro attraverso la vista non funziona più. Nasce una comunicazione eccezionale che, attraverso l'installazione sonora all'interno della roulotte, produce uno stimolo verso il tema "parlare con l'altro-ascoltare il nemico"". Questa idea a Rudolph è venuta quando ha saputo che nel corso di uno dei seminari della Fiera sarebbe stato presentato il lavoro della Commissione per la verità e la riconciliazione del Sudafrica. Il Caravan of Meeting ha il patrocinio della Tavola della Pace ed è prevista la sua presenza alla Marcia per la Pace Perugia-Assisi 12 ottobre. Dopo la presentazione in anteprima a Città di Castello il Caravan of Meeting partirà per una tournée europea.
PAROLE AMICHE, NEMICHE
Nella sezione Le Parole sono previsti due seminari, una conferenza di approfondimento tematico e la presentazione contemporanea di due libri. Nel primo seminario - giovedì e venerdì, alle 15 - Wolfgang Sachs, del Wuppertal Institut, coordina la discussione intorno a "Percezione e comprensione", animata dai contributi del filosofo Ivan Illich, di Heinz Buddemeier dell’Università di Brema e di Matthias Rieger, musicologo. Alcuni dei temi che saranno affrontati si possono vedere nell'intervista a Illich in prima pagina.
Il secondo seminario, intitolato "Ascoltare il nemico", raccoglie e pone a confronto - sabato alle 15 - testimonianze di guerra e di divisione molto diverse tra loro ma tutte alla ricerca della medesima risposta. Il Sudafrica di Russell Ally, membro della Commissione per la verità e la riconciliazione, la ex-Jugoslavia di Selim Beslagic, Sindaco di Tuzla e l’Algeria di Kahlida Messaoudi, esponente del movimento per i diritti civili RACHDA. I lavori saranno coordinati da Peter Kammerer e Karl-Ludwig Schibel.
Al centro del seminario sarà in particolare il lavoro della Commissione per la verità e la riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission) in Sud Africa. Istituita dal parlamento sudafricano nel dicembre del 1995 con il “Promotion of National Unity and Reconciliation Act”, il suo presidente - premio Nobel per la pace - arcivescovo Desmond Tutu è stato nominato direttamente da Nelson Mandela, con il compito di accertare le responsabilità individuali e di gruppo per i crimini politici commessi e di risarcire le vittime di 33 anni di apartheid. "La Commissione è impegnata in un affare delicato e rischioso - ha scritto Tutu - ma rimane l’unica alternativa a Norimberga da una parte e all’amnesia dall’altra". I suoi compiti sono quelli di vagliare le richieste di amnistia presentate da esponenti politici coinvolti dal 1° marzo 1960 ad oggi in atti di violenza contro avversari politici, ma più in generale rappresenta, per la larga mole di testimonianze raccolte e per il dolore causato alle vittime, il luogo simbolico della costruzione della nuova identità democratica della nazione. Fino ad oggi le domande depositate presso la Truth and Reconciliation Commission sono 5.500, tra cui quelle di diversi ex-ministri di Botha, gli assassini di Steve Biko, e perfino gli attuali vicepresidente e ministro della difesa, per il ruolo svolto nell’ANC. Con il suo lavoro la Commissione per la verità e la riconciliazione ha di fatto incoraggiato il processo di unità nazionale e di riconciliazione in uno spirito di comprensione che trascende i conflitti e le divisioni del passato.
QUANDO IL SUONO INQUINA
A esperti dell'ambiente, amministratori pubblici e responsabili di azienda è particolarmente dedicato l'incontro che svolgerà per l'intera giornata di venerdì 17 a Villa Montesca dove si parlerà di come "Combattere l'inquinamento acustico a livello locale" in una conferenza organizzata con la collaborazione dell’istituto di ricerche “Ambiente Italia” di Milano. Dai risultati emersi dall’indagine effettuata dai laboratori mobili del Treno Verde della Legambiente, risulta che un italiano su cinque è a rischio di disturbi del sistema neurovegetativo derivanti da eccesso di rumore oltre che di insonnia, tachicardia, emicrania, crampi, sordità temporanea, spasmi, coliti, abuso di sonniferi e tranquillanti. D’altra parte, il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (The Dobris Assessment, Luxembourg, 1995), segnala che in tutta Europa 113 milioni di persone sono esposte a livelli sonori eccedenti i 65 decibel (dB), mentre i livelli eccedenti i 55 dB sarebbero esposti 450 milioni di persone. Valerio Calzolaio, sottosegretario all’Ambiente e primo firmatario della legge anti-rumore, ammette che "l’indagine di Legambiente mostra un ritardo gravissimo nell’applicazione delle norme. Del resto non potrebbe essere altrimenti, visto che il rumore dipende per il 70% dal traffico e il traffico non è diminuito né nelle grandi città né in quelle medio-piccole". Nella conferenza si parlerà della correlazione fra i problemi di inquinamento acustico, in città, gli obblighi di legge e gli strumenti che sono in possesso dei Comuni. Saranno presentati piani esemplari di risanamento acustico e il loro inserimento nel PRG e nel regolamento edilizio. Partecipano Giovanni Damiani, direttore dell’ANPA, l’ing. Roberto Muratori, del Comune di Modena, l’ing. Pierpaolo Pieroni, del Comune Città di Castello e Silvia Zamboni, Assessore all'ambiente del Comune di Bologna. Coordina Mario Zambrini, dell’istituto di ricerche Ambiente Italia di Milano.
Infine la mattina di sabato 18 ottobre, saranno presentati due libri nuovi di grande importanza per il discorso ecologico, Spazio e tempo nei nuovi modelli produttivi di Mario Agostinelli e la famosa ricerca dell'Istituto di Wuppertal, Un futuro sostenibile, di cui Wolfgang Sachs è uno degli autori principali. Introduce e coordina lo scrittore Marco Revelli, parteciperanno oltre agli autori Carla Ravaioli, Scrittrice e Adele Grisendi del coordinamento nazionale banca del tempo.
RISCOPRIRE LE SONORITÀ
Nelle società avanzate lo sviluppo tecnologico crea sempre maggior distanza fra l'uomo ed il mondo materiale. Bambini, ragazze e ragazzi sono i primi ad usufruire di mezzi che estendono fino all'inverosimile la percezione e nello stesso tempo la rendono virtuale; essi incontrano fatti e fenomeni visivi e sonori, senza averne esperienza materiale. Roberta Perfetti, coordinatrice del programma dei Laboratori educativi insieme a Giuliana Leandri e Beatrice Bocciolesi, ricorda: "I laboratori della Fiera delle Utopie 1997 propongono percorsi di ri-scoperta dei propri mezzi percettivi e sensoriali attraverso l'uso diretto del senso dell'udito e della capacità di ascoltare. Invitano ad un viaggio alla ricerca dei ritmi e delle sonorità del corpo, delle potenzialità comunicative ed evocative della voce, del canto, della parola narrata; offrono l'esperienza delle forme del sentire e del comunicare creativo attraverso il silenzio del non udente; propongono una riflessione ed un approccio metodologico all'ascolto delle storie raccontate da chi storicamente non ha voce". I laboratori sono rivolti ad insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, delle scuole di musica, a studenti, ricercatori ed appassionati di etnomusica. (Per il programma dettagliato, vedi box in questa pagina).
Insieme ai Laboratori educativi, anche Le Scoperte proporranno una serie di esperienze sulla strada di questa ricerca. Franca Fubini - che vive in Umbria, pratica lo Shiatsu, la psicoterapia e insegna meditazione - e Tim Ward Jones che vive in Inghilterra, insegna voce, canta e pratica terapia craniosacrale collaborano da molto tempo e due anni fa hanno dato inizio ai seminari "Essere ascoltati, essere visti" che terranno anche a Città di Castello venerdì e sabato mattina e domenica pomeriggio. "La maggioranza delle persone" spiegano "ama cantare; molti hanno smesso per una ragione e per un'altra. Nei nostri cuori e nella nostra immaginazione tutti ancora cantiamo. Il nostro è un seminario per esplorare l'essere presenti attraverso la voce, il suono, il respiro, il silenzio, l'ascolto, la visione, il movimento."
Riciclare il suono, percorso guidato attraverso nuovi territori d'ascolto, è invece il workshop proposto da Adriano Casale, meglio noto come Bostik, giovedì, venerdì e sabato, la mattina. "Si tratta" spiega Bostik "di un workshop sull'uso di nuove tecnologie per la ricerca, la conservazione e la manipolazione di sonorità non ordinarie. Il primo giorno (Deriva sonora) sarà dedicato all'ascolto della città: in giro con un registratore digitale (DAT) a scovare ed acquisire sonorità nascoste, in un percorso guidato dall'udito. La seconda giornata (Raccolta e Immaggazzinamento) metterà a confronto le sonorità raccolte con un campionatore/sampler: digitalizzando il materiale lo si renderà disponibile alla sperimentazione elettronica. Il terzo giorno (Manipolazione e Strutturazione) sarà finalizzato alla strutturazione del materiale sonoro in microcomposizioni musicali riscoprendo funzioni ritmiche, melodiche ed armoniche delle sonorità non ordinarie".
TEATRO E NATURA
O Thiasos, Progetto Teatro e Natura, presente da sempre alla Fiera, da anni impegnato nell'incontro tra arte teatrale e ambiente naturale quest'anno presenta il suo settimo spettacolo, Ifigenia in Tauride, cori originali di Francesca Ferri, con Cristina Baruffi, Anna Maria Civico, Lilia Ruocco, Diana Scarponi, Debora Totti. Ce ne parla Sista Bramini regista dello spettacolo e direttrice del progetto: "Lo spettacolo sarà itinerante nella natura e la storia di Ifigenia si compirà attraverso tappe che si snoderanno in luoghi diversi. Il coro canterà, narrerà e impersonerà la vicenda conducendo gli spettatori attraverso un percorso percettivo estremamente curato in cui i cori originali, composti da Francesca Ferri sui modi di antiche sonorità polifoniche popolari, si confronteranno con le caratteristiche acustiche del luogo. Il forte coinvolgimento percettivo degli spettatori, trasforma il cammino in un vero evento, una sorta di pellegrinaggio iniziatico nel quale sarà possibile incontrare il mito antico che parla della drammatica ricerca di fraternità tra gli uomini e le donne, mentre ci parla di un'altra fraternità, quella fra cultura e natura." Lo spettacolo, cui non possono partecipare più di 40 persone, verrà presentato giovedì, venerdì, sabato. Si consiglia di prenotare appena arrivati a Città di Castello, e magari qualche giorno prima.
Infine, sabato mattina Antonio Infantino terrà un seminario su I Tarantolati di Tricarico e la tradizione di musica popolare.
PARLANDO E CANTANDO
Le Serate della Fiera saranno inaugurate giovedì da Marco Paolini che, vista la bozza del programma della Fiera, preparerà uno spettacolo a partire dagli stimoli che ne ha ricavato. Quali? Anche noi lo scopriremo solo a Città di Castello. Il debutto di Marco Paolini avviene con il teatro politico nel 1974. Autodidatta, attore di strada e clown, sviluppa dal 1990 sempre più una produzione autonoma di opere di a-solo. Le storie, i contenuti, le memorie della sua terra d'origine, il Veneto, diventano temi centrali dei suoi spettacoli. Il lavoro per cui Marco Paolini è più conosciuto è il racconto del Vajont (poi chiamato orazione civile per la carica politica che contiene) che fa la cronaca del luttuoso e criminale evento della storia italiana, che costò la vita di 2000 persone e spazzò via il paese di Longarone.
Venerdì Concerto Rap con Frankie Hi-Nrg Mc. Proviene da Città di Castello, dopo aver vissuto per molti anni a Torino, il protagonista della serata di venerdì è considerato il rapper italiano più dotato, sia musicalmente che nello sciorinamento delle rime mai banali. Il suo più grande successo rimane il primo, fulminante brano contro la mafia intitolato Fight da faida (del 1994), inciso prima come singolo e poi incluso nel primo album “Verba Manent”. Al concerto di venerdì Frankie si avvarrà di un potente sound-system e dell’appoggio di un gruppo di dee jays reclutati tra i migliori e i più sensibili interpreti italiani di hip-hop e rap.
A chiudere le serate, sabato, saranno Antonio Infantino e i Tarantolati di Tricarico, che ci porteranno nel cuore di una tradizione italiana fatta di ritmi selvaggi e danze di possessione, in un turbinare dionisiaco, coinvolgente di suoni, urla, balli. Voci, chitarra, mandolino, molte percussioni: il gruppo crea un’atmosfera tribale, facendo rivivere l’antica e misteriosa tradizione del tarantismo.. Nel nuovo disco di Antonio Infantino e i Tarantolati di Tricarico
La conclusione ufficiale della Fiera sarà domenica mattina con l'assegnazione del Premio Alexander Langer a Kahlida Messaoudi (vedi box in prima pagina).
Programma “l'Udito e l'Ascolto”
Programma giorno per giorno
GIOVEDÌ, 16 OTTOBRE
Ore 11
Circolo degli Illuminati
INAUGURAZIONE
Con Adolfo Orsini, Valerio Calzolaio, Federico Di Bartolo, Enzo Santucci, Gianni Tamino, Andrea Vezzini, Stefano Semenzato e Karl-Ludwig Schibel
ore 12.30
Logge Bufalini
APERTURA DELL'ESPOSIZIONE VISITA GUIDATA
ore 15
Circolo degli Illuminati
PERCEZIONE E COMPRENSIONE
Seminario con Ivan Illich, Wolfgang Sachs, Heinz Buddemeier, e Matthias Rieger
ore 15.30
partenza da Piazza Garibaldi
IFIGENIA IN TAURIDE
O THIASOS, Progetto Teatro e Natura
ore 21.00
Cinema Teatro Vittoria
Spettacolo con .Marco Paolini
VENERDÌ, 17 OTTOBRE
Ore 9.00 - 13.00
luoghi vari
LABORATORI EDUCATIVI
Ore 9.30 - 17.00
Villa Montesca
COMBATTERE L'INQUINAMENTO ACUSTICO A LIVELLO LOCALE
Convegno in collaborazione con Ambiente Italia.Con Giovanni Damiani, Silvia Zamboni, Mario Zambrini, Roberto Muratori, Pierpaolo Pieroni
ore 9.30 - 13.00
Scuola di danza Le Ballet Academique
ESSERE ASCOLTATI, ESSERE VISTI
Seminario con Franca Fubini e Tim Ward Jones
Ore 15
Circolo degli Illuminati
PERCEZIONE E COMPRENSIONE
Seminario con Ivan Illich, Wolfgang Sachs, Heinz Buddemeier, e Matthias Rieger
Ore 15.30
partenza da Piazza Garibaldi
IFIGENIA NELLA TAURIDE
O THIASOS, Progetto Teatro e Natura
ore 21.00
Cinema TeatroVittoria
CONCERTO RAP di Frankie Hi- Nrg Mc
SABATO, 18 OTTOBRE
Ore 9.00 - 13.00
luoghi vari
LABORATORI EDUCATIVI
ore 9.30 - 13.00
Scuola di danza Le Ballet Academique
ESSERE ASCOLTATI, ESSERE VISTI
Seminario con Franca Fubini e Tim Ward Jones
Ore 10.00 - 13.00
Sala Conferenze, Banca Monbte dei Paschi di Siena, Piazza Garibaldi
SPAZIO E TEMPO NEI NUOVI MODELLI PRODUTTIVI E UN FUTURO SOSTENIBILE
Presentazione di due nuovi libri sulla conversione ecologica dell'economia e della società con: Carla Ravaioli, Marco Revelli, Adele Grisendi, Mario Agostinelli e Wolfgang Sachs
ore 15.00 - 19.00
Palazzo degli Illuminati
ASCOLTARE IL NEMICO
Seminario con Russell Ally, Khalida Messaoudi, Selim Beslagic, Peter Kammerer, Karl-Ludwig Schibel
ore14.30 - 18.00
Luogo da definire
I TARANTOLATI DI TRICARICO E LA TRADIZIONE DI MUSICA POPOLARE
Laboratorio con Antonio Infanti
ore 15.30
partenza da Piazza Garibaldi
IFIGENIA NELLA TAURIDE
O THIASOS, Progetto Teatro e Natura
ore 21
Piazza Matteotti
IL NUOVO FOLK di I Tarantolati di Tricarico
DOMENICA 19 OTTOBRE
ore 10
Logge Bufalini
ESPERIENZE E SOLUZIONI DELLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI PER L’AMBIENTE E LA CONVIVENZA IN CITTÀ, visita commentata all'esposizione
ore 11.00
Sala consiliare, Municipio
ASSEGNAZIONE PREMIO ALEXANDER LANGER
Con Khalida Messaoudi, Clara Sereni, Selim Beslagic, Adolfo Orsini
14.30 - 18.00
Scuola di danza Le Ballet Academique
ESSERE ASCOLTATI, ESSERE VISTI
Seminario con Franca Fubini e Tim Ward Jones
L'ESPOSIZIONE
giovedì dalle 12.30 alle 19.00
Venerdì, sabato, domenica dalle 9.00 alle 19.00
Logge Bufalini
Esperienze e soluzioni delle amministrazioni comunali per l’ambiente e la convivenza in città. Accesso all'orecchio, Spazio dell'udito
Palazzo del Podestà
Il suono digitalizzato. L'ascolto della natura. Progettare il disinquinamento
acustico, ascoltare le voci delle lavoratrici e dei lavoratori,
S. Appolinare
Riciclare il suono. Aprire le porte a nuove percezioni sonore.
Centro storico
The Caravan of Meeting
A KHALIDA MESSAOUDI iL PREMIO ALEXANDER LANGER
La consegna avverrà a Città di Castello domenica 19 ottobre con una laudatio di Selim Beslagic, sindaco di Tuzla. Presiede l'incontro Clara Sereni.
"Alex Langer" dice Peter Kammerer presidente del Comitato dei Garanti "ha lasciato come eredità ai suoi amici la sua rete ricca di occasioni di incontro e di confronto tra persone con diverse sensibilità politiche e culturali. Di questa rete, costruita durante un percorso del tutto originale, fa parte anche la Fiera delle Utopie Concrete di Città di Castello. A due anni dalla morte di Alexander l’Associazione Pro Europa, da lui fondata nel 1994, ha istituito il Premio Alexander Langer (20 milioni di lire) da conferire a “persone, gruppi, o associazioni che si siano particolarmente distinti nell’impegno per la convivenza e il dialogo tra le culture”". Quest’anno il premio è stato assegnato a Khalida Messaoudi, nata nel 1958 e protagonista storica del movimento di rivendicazione dei diritti civili per le donne in Algeria. "Khalida" ha dichiarato Lisa Foa motivando la scelta del Comitato di Garanzia "conduce da molti anni un’azione politica e umana, rischiosa e impavida, su molti versanti: contro il feroce terrorismo degli integralisti islamici, contro l’autoritario potere militare e contro le stratificazioni più oscurantiste e retrograde della società algerina. Khalida sarebbe piaciuta ad Alex per la sua complessità di donna che vuole essere ad un tempo berbera e algerina, musulmana e razionalista, che coltiva le sue radici kabile, ma sa guardare anche a spazi più vasti e al futuro del suo paese". Il premio sarà consegnato a Khalida dal sindaco di Tuzla Selim Beslagic - che svolgerà la laudatio - e sarà anche presente una delegazione di amici di Tuzla e di Sarajevo per sottolineare i legami particolari che univano Langer agli sforzi da loro compiuti per mantenere viva l’idea di una società pluralistica e multietnica. "Questo premio, pur modesto," sottolinea Lisa Foa "vuole essere un atto di solidarietà e di incoraggiamento alla donna Khalida Messaoudi perché possa continuare il suo prezioso lavoro per la liberazione dell’Algeria. E a Khalida come rappresentante di molte altre donne e altri uomini impegnati nello stesso lavoro e nella stessa lotta per un’Algeria democratica".
L’incontro, che si svolgerà alle 11 di domenica 19 ottobre nella sala del Consiglio Comunale di Città di Castello, sarà introdotto dal sindaco di Città di Castello, Adolfo Orsini e presieduto dalla scrittrice Clara Sereni.
I Laboratori educativi 1997
I Laboratori educativi sono realizzati con la collaborazione del Movimento di Cooperazione Educativa, della Casa-laboratorio di Cenci, dell'Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, del Centro Attività Studi e Informazioni per la Sordità Marche.
SUONI E SILENZI A PERCUSSIONE, con Lucio Bosi, percussionista e didatta delle percussioni
Il vastissimo ed incomparabile strumentario percussivo rappresenta il modo più diretto e stimolante per esprimere la personale capacità di produrre "suoni organizzati" e di confrontarsi ed integrarsi direttamente con il gruppo attraverso la pratica della musica di insieme.
IL CANTO DEL CORPO, con Rita Montinaro, ricercatrice sulle capacità naturali della voce e Germana Giannini, animatrice di sonorità
L'esplorazione dello strumento voce attraverso improvvisazioni di gruppo, polifonie vocali, canti e melodie di diverse etnie;
BIOMUSICA, con Marco Corradini, musicista, compositore, docente di etnomusica, esperto di biomusica, ha lavorato per il recupero dei tossicodipendenti.
Il corpo umano é come uno strumento musicale che richiede una costante accordatura. La Biomusica tende a rilassare, equilibrare e stimolare questo strumento al fine di evitare la somatizzazione dei conflitti di origine emotiva. Ci troveremo per conoscere la pratica e i fondamenti di tale disciplina.
SUONI, NINNE E FILASTROCCHE ATTRAVERSO I CONFINI E I PASSAGGI DEL GIORNO, con Diana Cesarin, responsabile della scuola di formazione interculturale MCE e Diana Penso, Gruppo Nazionale Infanzia MCE.
Addormentarsi, risvegliarsi, mangiare, giocare : momenti importanti del rapporto con se stessi, il proprio corpo, i tempi del gioco e della vita ovunque accompagnati da canti, suoni, piccoli riti.....Esperienze elementarmente umane, fonti di possibili incontri.
UNA STORIA CANTATA, con Ivan Della Mea, ricercatore di etnomusica, Istituto De Martino, Sesto Fiorentino.
Le forme musicali e cantate dell'espressività di base contadina e urbana nell'ambito delle ricerche del Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino (1962-1997)
LA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA NELL'IDEAZIONE POETICA, con Renato Pigliacampo del Centro attività, studi e informazione per la sordità delle Marche
La lingua dei segni italiana come vera e propria lingua di comunicazione di emozioni e idee. Con esempi pratici entreremo nel mondo dei segni avocali per " nascere " in una comunicazione che sia in relazione con il mondo
LE STELLE TRA SILENZI E PAROLE, con Nicoletta Lanciano e Marina Tutino della casa-laboratorio di Cenci. Ricercatrici in didattica dell'astronomia
Attraverso l'ascolto di antichi miti di creazione costruiamo l'uovo primordiale che dà origine al cosmo, al cielo, alla terra.
ASCOLTARE LA NATURA, con Francesco Pellicano del WWF.
La natura parla, sussurra e canta : un percorso sulle colonne sonore della natura.
ASCOLTARE LA CITTÀ, Giuseppe Morandi Lega di Cultura di Piadena - Istituto De Martino, Sesto Fiorentino.
Un percorso di ricerca sulle colonne sonore della nostra vita quotidiana.
Il Laboratorio sarà rivolto ad una classe della scuola superiore
UN RACCONTO DA VEDERE AD OCCHI CHIUSI, con Daria De Florian, attrice e autrice di spettacoli.
Si produrrà un racconto radiofonico per voci e suoni tutto da vedere a occhi chiusi. Improvvisazioni sonore, voci di gruppo, lavoro sui personaggi a partire da brevi racconti del 900.
Il Laboratorio sarà rivolto ad una classe della scuola media
GLI IMMIGRATI RACCONTANO GLI IMMIGRATI, con Sandro Portelli, Università di Roma - Istituto De Martino
I racconti, le persone, le parole. Dalle storie e dai racconti degli immigrati nascono miti della nostalgia e della speranza. Un percorso di ascolto e domanda per un progetto di ricerca sugli immigrati.
Il Laboratorio sarà rivolto ad una classe delle suole superiori
IL VIAGGIO, con Marina Spadaro, formatrice MCE, responsabile del Progetto Brasile e Patrizia Lucattini, responsabile della Cooperativa "Ruota libera"
In un tessuto narrativo si esplora e forse si modifica lo spazio tra le persone: una zona franca in cui ciascuno può accettare di convogliare ed esporre allo sguardo degli altri piccole parti di sé..